Giò Pomodoro, noto anche come Giorgio Pomodoro, è stato un rinomato scultore italiano. Nato il 17 novembre 1930 a Orciano di Pesaro. Giò Pomodoro studiò presso l'istituto per geometri di Pesaro, città in cui si trasferì con la famiglia nel 1945 e in cui imparò la tecnica della cesellatura nella bottega di un anziano orafo.
Dopo la morte di suo padre, Giò Pomodoro si trasferì a Milano nel 1954, dove iniziò a esporre le sue opere in importanti gallerie italiane. Tra le gallerie in cui ha esposto le sue opere vi sono la Galleria Numero di Fiamma Vigo a Firenze, la Galleria Montenapoleone e la Galleria del Naviglio a Milano, la Galleria del Cavallino a Venezia e la Galleria Obelisco a Roma. Durante questo periodo, collaborò anche con la rivista "Il Gesto" e partecipò a mostre insieme ad altri artisti di grande rilievo.
Giò Pomodoro si distinse per il suo stile unico e la sua ricerca scultorea. Inizialmente influenzato dalla rappresentazione razionale dei segni, si dedicò poi alla creazione di opere che esploravano concetti come la materia, il vuoto e la geometria. Alcune delle sue opere più famose includono "Superfici in tensione, Folle" e le opere che combinano torsioni come "Soli, Archi e Spirali". Le sue sculture in bronzo e marmo spesso presentano spazi vuoti che interagiscono con la luce solare, conferendo loro un significato ideologico unico.
Giò Pomodoro ha esposto le sue opere in importanti eventi artistici, tra cui la Biennale di Venezia e Documenta2 di Kassel in Germania. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti per le sue sculture, tra cui il premio per la scultura alla Biennale dei giovani artisti di Parigi nel 1959.
Negli anni Settanta, Giò Pomodoro si dedicò alla creazione di opere voluminose e monumentali nel suo studio in Versilia. Durante la sua carriera, ha anche realizzato scenografie per opere teatrali come "La forza del destino" rappresentata all'Arena di Verona nel 1978 e il "Flauto Magico" di Mozart rappresentato al Teatro La Fenice di Venezia nel 1980. Nel corso degli anni, Giò Pomodoro ha continuato a esporre le sue opere in varie mostre internazionali, lasciando un'impronta duratura nel mondo dell'arte.
Giò Pomodoro è scomparso il 21 dicembre 2002, ma il suo lascito artistico e la sua influenza nell'ambito della scultura perdurano ancora oggi.
Le opere di Giò Pomodoro rappresentano un'interessante combinazione di forme geometriche e tensione emotiva. Le sue sculture sono caratterizzate da ampie aree fluttuanti in bronzo e grandi blocchi scolpiti nel marmo, che creano un gioco di spazi e volumi unici. I suoi lavori spesso includono spazi vuoti che lasciano filtrare la luce, simboleggiando la connessione tra la materia e la spiritualità.
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