Alighiero Boetti (1940-1994), noto anche come Alighiero e Boetti a partire dal 1971, nacque a Torino, dove debuttò nell'ambito dell'Arte Povera nel gennaio del 1967 insieme ad altre figure di spicco, tra cui Giovanni Anselmo, Emilio Prini e Gilberto Zorio. Tuttavia, nonostante ne abbia preso attivamente parte, fu uno tra i primi a distaccarsi dal gruppo.
Nel 1972 si trasferì a Roma: un contesto più in sintonia con la sua predilezione per il Sud del mondo. Già l'anno precedente scoprì l'Afghanistan e avviò un lavoro artistico affidato alle ricamatrici afghane, tra cui le Mappe, i planisferi colorati che rappresenteranno nel corso degli anni i mutamenti politici del mondo.
Artista concettuale, versatile e caleidoscopico, Boetti moltiplicò le tipologie di opere, delegando in alcuni casi l'esecuzione a soggetti e mani diverse secondo precise regole, seguendo il principio della "necessità e caso".
Alighiero Boetti si spense a Roma il 24 aprile del 1994.
Le sue opere includono le biro (blu, nere, rosse, verdi), in cui la campitura tratteggiata mette in scena il linguaggio; i ricami di lettere, di varie dimensioni e multicolori; i Tutto, intricati puzzle in cui si trovano silhouettes eterogenee, tra cui sagome di oggetti e animali, immagini tratte da riviste e stampa su carta, e molto altro. A questo si affiancano esperimenti postali basati sulla permutazione matematica dei francobolli, l'avventura casuale dei viaggi postali e la bellezza segreta delle pagine contenute nelle buste.
Un altro settore distintivo dell'opera di Boetti sono gli "esercizi" su carta quadrettata degli anni '70, basati su ritmi musicali o matematici, seguiti da composizioni leggere in cui si susseguono schiere di animali ispirati alla decorazione etrusca e pompeiana. Il tempo, il suo scorrere affascinante e inevitabile, è forse il tema unificante della pluralità di tipologie e iconografie di Boetti.
Alighiero Boetti espose in molte mostre emblematiche della sua generazione, tra cui "When attitudes become form" (1969), "Contemporanea" (1973), "Identité italienne" (1981) e "The Italian Metamorphosis 1943-1968" (1994).
Fu presente più volte alla Biennale di Venezia, con una sala personale nell'edizione del 1990, un omaggio postumo nel 2001 e una grande mostra alla Fondazione Cini nell'edizione del 2017.
Una delle mostre più significative degli ultimi anni fu la grande retrospettiva "Game Plan", che si tenne in tre prestigiose sedi: il MOMA di New York, la Tate di Londra e il Reina Sofia di Madrid.
Un'ampia selezione delle sue opere è conservata in importanti musei italiani e internazionali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Stedelijk Museum, il MOCA di Los Angeles, e molti altri. Le opere e la figura di Alighiero Boetti hanno esercitato una forte influenza sulla generazione successiva e sugli artisti contemporanei, in Italia e nel resto del mondo.
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