Per poter visionare le immagini delle opere disponibili dell’artista Giulio Turcato contattare la galleria tramite form qui sotto oppure via email 📧info@glaucocavaciuti.com.
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Giulio Turcato nasce a Mantova nel 1912. Esordisce nel 1942/43 alla Biennale di Venezia e si trasferisce a Roma dove entra subito nel vivo delle polemiche artistiche: la sua attività artistica si lega strettamente all’impegno sociale e politico. Nel ’47 partecipa alla redazione del manifesto del formalismo “Forma 1” con Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli e Sanfilippo. Nello stesso anno partecipa alla prima mostra del Fronte Nuovo delle Arti, nel ’52 entra a far parte del Gruppo degli Otto con Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Vedova, promosso da Lionello Venturi, col quale espone alla Biennale di Venezia che segue alla sua partecipazione precedente del 1950. Vi torna nel 1954 e nel 1958 è presente con una sala personale. Nel 1959 è presente alla seconda edizione di Documenta a Kassel. A partire dal 1960 espone con Novelli, Perilli, Dorazio, Consagra, Bemporad, Giò e Arnaldo Pomodoro nell’ambito delle rassegne intitolate Continuità, promosse in diverse gallerie italiane da Giulio Carlo Argan. L’anno dopo partecipa alla Quadriennale di Roma vincendo il premio della Presidenza del Consiglio ed è convocato per la prima rassegna celebrativa dedicata a Forma 1. Nel 1966 Maurizio Calvesi ne “Le due avanguardie” e Maurizio Fagiolo in “Rapporto 60” parlano della sua pittura, mentre Nello Ponente cura il testo che accompagna la sua sala personale alla Biennale di Venezia. Negli anni settanta la sua attività espositiva si intensifica: nel ’72 ha una sala personale alla Biennale di Venezia. Partecipa alle rassegne storiche dedicate a Forma 1 a Bourg-en-Bresse e a Darmstad (1987). È presente nuovamente alla Biennale di Venezia, ospitato nella sezione intitolata Opera Italiana (1993). Nei suoi dipinti traspare anche il suo interesse per le scienze biologiche, che è costante almeno quanto il suo impegno politico e sociale. Talora i suoi quadri si arricchiscono di inserti polimaterici e spesso presentano straordinari effetti fluorescenti, determinati da intensi giochi di luce. Muore a Roma nel 1995.